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Comunicati Stampa 7-12/2005

29/11/2005

    • Giovedì I dicembre l'osservatorio astronomico di Farra d'Isonzo sarà aperto al pubblico, a partire dalle 20.30, per il consueto appuntamento del "primo giovedì del mese". Condizioni meteorologiche permettendo, si verrà accompagnati a riconoscere le principali costellazioni invernali e si potranno osservare ai telescopi alcuni degli oggetti celesti più interessanti visibili in questo periodo: il pianeta Marte, la galassia di Andromeda, l'ammasso stellare delle Pleiadi. Poiché le osservazioni saranno effettuate all'aperto e dalla cupola, che non può essere riscaldata, si consiglia di indossare abiti adatti alle temperature rigide di questa stagione.

03/10/2005

    • Più che dalla Luna, lunedì mattina il Sole è stato "eclissato" da nubi e pioggia. Per sperare di vedere la prossima eclisse di Sole bisogna aspettare il 29 marzo del 2006; dall'Italia sarà ancora parziale, mentre la totalità si potrà ammirare da una fascia che attraversa il Nord Africa, la Turchia, il Caucaso e la Russia. Per vedere le stelle invece, tempo permettendo, si può approfittare della serata prevista per giovedì 6 ottobre all'osservatorio astronomico di Farra. A partire dalle 21, i telescopi saranno puntati su alcuni dei più interessanti oggetti celesti visibili in questo periodo: l'ammasso globulare M13 nella costellazione dell'Ercole, la stella doppia Albireo nel Cigno e la galassia di Andromeda, nell'omonima costellazione. È questa la galassia più vicina alla nostra Via Lattea; la sua luce impiega più di 2 milioni di anni per arrivare fino a noi e, quando la osserviamo, la vediamo com'era 2 milioni di anni fa. Anche se la galassia di Andromeda si trova a 20 miliardi di miliardi di chilometri di distanza, lo splendore dei 200 miliardi di stelle di cui si pensa sia composta, ne fanno un oggetto che si riesce a scorgere anche ad occhio nudo, il punto più remoto che siamo in grado di distinguere senza l'ausilio di strumenti.
      Per partecipare alla serata di giovedì non è necessaria nessuna prenotazione; in caso di cielo coperto l'appuntamento è rinviato al primo giovedì di novembre.

30/09/2005

    • Nella mattina di lunedì 3 ottobre si verificherà un'eclisse anulare di Sole, un evento astronomico particolare che purtroppo dalle nostre zone sarà solo parziale. Durante un'eclisse totale di Sole, come quella che si è vista in Europa nel 1999, la Luna occulta interamente il disco solare, il cielo diventa buio e le stelle brillano in pieno giorno. Nell'eclisse anulare le dimensioni apparenti del nostro satellite, causa una sua maggiore distanza dalla Terra, non sono sufficienti a coprire totalmente il Sole, che appare come un anello luminoso attorno al disco oscuro della Luna. Così lo potranno ammirare, lunedì mattina, solo da una stretta fascia che va dall'Oceano Atlantico a quello Indiano, attraversando la Spagna e l'Africa del Nord. Sopra la nostra regione la Luna passerà davanti al Sole dalle 9:57 alle 12:38, con un oscuramento massimo del 54% alle 11:15; un'eclisse anulare "completa" sarà visibile da noi appena nel 2075 e una totale nel 2081. L'osservatorio astronomico di Farra sarà aperto al pubblico, a partire dalle 9:30 di lunedì, per osservare il fenomeno al telescopio con assoluta sicurezza, senza correre rischi per la vista che soluzioni "fai da te" presentano quando si guarda il Sole.

08/08/2005

    • Sono queste le notti più propizie per scorgere in cielo la traccia luminosa di qualche "stella cadente". In realtà queste scie, dette più propriamente "meteore", non hanno nessuna connessione con le stelle. Derivano in massima parte dalle particelle di polvere che le comete abbandonano lungo la loro orbita e che possono venir "spazzate" dalla Terra, quando, nel suo moto di rivoluzione attorno al Sole, attraversa proprio la zona in cui una cometa ha lasciato tracce del suo passaggio. In questo caso, che si ripete ogni anno negli stessi giorni perché la Terra passa sempre nello stesso periodo in una determinata regione del Sistema Solare, le particelle di polvere, bruciando per attrito quando entrano nell'atmosfera terrestre, danno luogo ad una "pioggia" di meteore. Le scie luminose sono distribuite in maniera casuale, ma tracciando su una carta celeste le loro traiettorie ci si accorge come sembrino provenire tutte da un medesimo punto detto "radiante", che si trova nella costellazione che dà il nome allo sciame. Le "lacrime di San Lorenzo", chiamate Perseidi in quanto hanno il radiante nella costellazione di Perseo, sono, tra gli sciami meteorici, le più spettacolari per colore, luminosità e frequenza. Sono generate dai corpuscoli dispersi dalla cometa Swift-Tuttle nella zona di spazio che la Terra attraversa nell'agosto di ogni anno. Anche se la tradizione le associa al giorno 10, San Lorenzo, in realtà le Perseidi si possono osservare da metà luglio a fine agosto, con un picco che può arrivare anche a molte decine di avvistamenti l'ora nelle serate dell'11 o 12 agosto. Quest'anno il massimo di attività è previsto nella notte tra venerdì e sabato, in un orario che vede favoriti gli osservatori europei; la Luna al primo quarto non costituirà un gran disturbo e comunque tramonterà presto. Per godersi lo spettacolo di una pioggia di meteore non serve nessuno strumento: basta armarsi di pazienza e scrutare il firmamento da zone abbastanza buie, lontano dalle luci cittadine. Dopo due anni di sospensione causa lavori, il Circolo astronomico di Farra ripropone il tradizionale appuntamento con le lacrime di San Lorenzo nella serata di venerdì 12 agosto. L'osservatorio sarà aperto al pubblico a partire dalle 21.00; dopo una breve spiegazione del fenomeno ad ogni partecipante verranno consegnate una mappa stellare ed una matita, in modo che ognuno possa registrare le traiettorie delle meteore avvistate. A fine serata, prolungando le tracce segnate si potrà verificare come esse sembreranno provenire tutte dal Perseo. Naturalmente le osservazioni verranno fatte ad occhio nudo, dallo spiazzo davanti all'osservatorio, ed è quindi consigliabile portarsi dietro uno sdraio o un lettino da spiaggia, munirsi di una torcia elettrica (possibilmente schermata con della stoffa o della plastica rossa) ed indossare abiti adatti alla permanenza all'aperto. Per maggiori informazioni si può chiamare al numero 0481 888540 o collegarsi al sito internet dell'associazione www.ccaf.it.

07/08/2005

    • È di questi giorni la notizia della scoperta del decimo pianeta del Sistema Solare.
      Chiamato provvisoriamente 2003 UB313, è stato trovato da Michael Brown, astronomo dell'Institute of Technology della California, mentre analizzava alcune immagini riprese nell'ottobre 2003 con il telescopio "Samuel Oschin" dell'osservatorio di Monte Palomar.
      Dista dalla Terra qualcosa come 14 miliardi di chilometri, quasi cento volte la distanza che ci separa dal Sole, e il suo diametro è stato stimato tra i 2500 e i 3200 km. Più grande di Plutone, quindi, ed è proprio per questo che potrebbe meritarsi la qualifica di "decimo pianeta".
      In realtà è già dai primi anni '90 che si stanno scoprendo centinaia di grossi asteroidi oltre l'orbita di Nettuno, tanto che ormai si parla di una fascia asteroidale vera e propria (la fascia di Edgeworth-Kuiper), analoga a quella esistente tra le orbite di Marte e Giove. Addirittura alcuni anni fa era sorta la questione se lo stesso Plutone, con il suo diametro di soli 2300 km, non dovesse essere considerato il membro più grande di questa fascia, piuttosto che un pianeta vero e proprio. All'epoca l'Unione Astronomica Internazionale, più per ragioni storiche che fisiche, aveva deciso che Plutone sarebbe rimasto un pianeta, ma con la scoperta di 2003 UB313, e con quelle che certamente seguiranno, il dibattito verrà riaperto.
      Aldilà della sua classificazione, il nuovo oggetto non poteva non destare l'interesse dei soci del Circolo Astronomico di Farra, che si dedicano allo studio dei corpi minori del Sistema Solare da più di quindici anni. Alle tre di mattina del 2 agosto, 2003 UB313 è stato fotografato con il telescopio da 40 cm di diametro, combinando diverse immagini digitali per evidenziarne la debole luminosità.
      Data l'enorme distanza il suo aspetto è puntiforme, simile a una stella, e lo si può individuare solo dal confronto di immagini d'archivio.
      All'osservatorio è intanto tutto pronto per la serata di venerdì 12 agosto, quando la struttura sarà aperta al pubblico per l'osservazione del massimo di attività delle Perseidi, le meteore più comunemente note come "lacrime di San Lorenzo".

01/08/2005

    • Complice la calura estiva, in questo periodo sono molte le manifestazioni che ci invitano a trascorrere le ore serali all'aperto; non a caso il cielo d'agosto è il più osservato dell'anno e famose sono le stelle cadenti che si scorgono verso la metà del mese.
      All'osservatorio di Farra, la consueta apertura al pubblico del primo giovedì del mese, il 4 agosto, offre la possibilità di trascorrere la serata ad ammirare al telescopio i principali oggetti celesti, venendo guidati nelle osservazioni dai soci del circolo astronomico.
      L'appuntamento con le "lacrime di San Lorenzo", le meteore Perseidi, è fissato per venerdì 12 agosto, la serata in cui è previsto il massimo di attività di questo sciame. Nell'occasione le osservazioni verranno fatte ad occhio nudo, dallo spiazzo davanti all'osservatorio, e ognuno potrà segnare su una carta celeste le tracce delle meteore avvistate.
      Poiché non è necessario nessuno strumento, ma bastano un po' di pazienza e guardare da un cielo buio, lontano dal chiarore delle luci cittadine, nelle prossime notti ricordiamoci di alzare lo sguardo verso le stelle per vedere i "fuochi d’artificio" che la volta celeste vorrà offrirci.

04/07/2005

    • Giovedì 7 luglio, a partire dalle 21, l'osservatorio astronomico di Farra verrà aperto al pubblico per il consueto appuntamento del primo giovedì del mese.
      Protagonista della serata sarà la cometa Tempel 1, che appena lunedì scorso è stata raggiunta e "colpita" dalla sonda Deep Impact.
      Lanciata nello spazio con un razzo dalla base statunitense di Cape Canaveral ai primi di gennaio, la navicella ha percorso in sei mesi più di 400 milioni di chilometri per sperimentare un incontro ravvicinato mai tentato prima. Il 4 luglio la navicella ha "sparato" contro il nucleo della cometa una minisonda grande quanto una lavatrice e una massa di quattro quintali. Con una velocità di impatto di 37 mila chilometri all'ora, il "proiettile" ha scavato un cratere tale da scaraventare nello spazio una nuvola di detriti che è stata fotografata dalla sonda madre, rimasta "indietro" ad una distanza di sicurezza di 500 km. Dalle analisi dei dati raccolti, integrati anche dalle osservazioni fatte durante la collisione dai maggiori telescopi sulla Terra, gli astronomi contano di scoprire la natura del materiale primordiale del Sistema Solare, che le comete conservano inalterato nel proprio nucleo da più di quattro miliardi di anni.
      Nel corso della serata di giovedì verranno proiettate e commentate le prime immagini diffuse in internet dalla NASA; condizioni meteorologiche permettendo il telescopio verrà puntato sulla Tempel 1 per scattare "in diretta" delle fotografie digitali dell'astro chiomato.

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Aggiornato 03/01/2006, 21:51