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Darwin nel Cosmo
26/03/2009
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GIOVANNI VLADILOIl 2009 è stato proclamato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite Anno Internazionale dell'Astronomia per celebrare il IV centenario del primo utilizzo del cannocchiale nell'osservazione del cielo, intuizione del grande astronomo fiorentino Galileo Galilei.

Ma quest'anno cadono altre due importanti ricorrenze per la storia del pensiero scientifico: il bicentenario della nascita del celebre naturalista britannico Charles Darwin e il centocinquantesimo anniversario della pubblicazione del suo capolavoro L'origine della specie.

Le definizioni di concetti quali "evoluzione" e "selezione naturale" hanno costituito una rivoluzione non solo in biologia, ma hanno ispirato teorie e modelli applicati in altri settori della conoscenza.

Alla stretta relazione esistente tra astronomia e biologia è stata dedicata la conferenza Darwin nel Cosmo, che l'astrofisico Giovanni Vladilo ha tenuto di fronte ad un folto e attento pubblico all'osservatorio astronomico di Farra d'Isonzo (tanto folto che molte persone hanno seguito la conferenza da dietro il vetro in "sala regia").

Dopo un secolo e mezzo di vita, la teoria di Darwin gode di ottima salute. All'epoca della sua presentazione, i tempi richiesti dall'evoluzione sembravano incompatibili con l'età della Terra, che da una lettura letterale della Bibbia era stimata ad appena una decina di millenni, mentre oggi sappiamo che è dell'ordine di quattro miliardi e mezzo di anni.
Un'altra delle critiche mosse alla teoria riguardava l'assenza di qualsiasi meccanismo conosciuto che permettesse la trasmissione delle caratteristiche genetiche tra gli individui, problema risolto splendidamente con la scoperta della struttura del DNA da parte dei premi Nobel James D. Watson e Francio Crick nel 1953.

Le mutazioni del DNA, che scatenano l'evoluzione, sono provocate anche dalle radiazioni ionizzanti che provengono dallo spazio, quali i raggi X e gamma sprigionati dal Sole o da stelle che esplodono come supernovae a distanze di migliaia di anni luce. La storia dell'evoluzione degli esseri viventi sul nostro pianeta è stata segnata da ripetute estinzioni di massa e alcune tra le cause hanno origine cosmica. L'impatto di un asteroide grande 10 km ha quasi sicuramente provocato l'estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, catastrofe dopo la quale è cominciata la diffusione dei mammiferi.

Ma se l'evoluzione ha giocato un ruolo così decisivo sulla Terra, dopo le recenti scoperte di pianeti extrasolari, ci si sta interrogando su quale sia la sua importanza per capire la probabilità dell'esistenza della vita nel cosmo. La missione spaziale Darwin, attualmente in sviluppo all'Agenzia Spaziale Europea, avrà come obiettivo la ricerca di mondi simili alla Terra orbitanti in stelle vicine e l'individuazione di eventuali segni di vita.

Il prof. Vladilo, astronomo associato presso l'Istituto Nazionale di Astrofisica all'Osservatorio Astronomico di Trieste, di cui è stato vicedirettore dal 1997 al 2001, e che si occupa soprattutto del mezzo interstellare in galassie locali e primordiali e di zone abitabili nell'Universo, ha sottolineato come il messaggio che emerge della teoria di Darwin è sorprendente: gli esseri umani sono parte della Terra e sono assolutamente collegati a tutte le forme di vita del nostro pianeta dal punto di vista evolutivo ed è incomprensibile come, ancora oggi, la teoria continui a venir osteggiata da diversi movimenti politici e religiosi.

  

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Aggiornato 06/05/2009, 21:48
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