Conferenza del Prof. Ario de Marco, PhD
Università di Nova Gorica, Center for biomedical sciences and engineering
Giovedì 31 marzo, ore 20:30 – La chemioterapia si è sviluppata basandosi sull’ipotesi che ci fosse la possibilità di individuare molecole capaci di agire specificamente sulle cellule malate, risparmiando ogni danno collaterale alle strutture sane di un organismo. La tossicità è dovuta ad insufficiente specificità ed è una frequente caratteristica dei principi attivi che vengono amministrati sistematicamente. Gli anticorpi sono macromolecole con elevatissima capacità di discriminare fra strutture biologiche anche molto simili. Molecole ibride aventi la specificità di riconoscimento del bersaglio tipico degli anticorpi e la capacità curativa di un medicamento possono costituire la “pallottola magica” immaginata da Paul Ehrlich.
La tendenza attuale è di usare frammenti di anticorpi perché possono essere facilmente ingegnerizzati e prodotti a basso costo. Anticorpi coniugati con principi attivi, radionuclidi o traccianti sono fra i più promettenti reagenti per diagnostica e terapia e vengono anche usati per allestire altri prodotti nanotecnologici quali le nanoparticelle e i biosensori.
Ario de Marco – Dopo il conseguimento del dottorato in Biochimica con un progetto sviluppato fra le università di Udine e Darmstadt, inizia una lunga fase raminga di post-doc che lo porta a lavorare in vari istituti di ricerca in Michigan, a Creta e a Strasburgo, prima di sbarcare alla Novartis a Basilea. Dopo questa prima fase in cui si occupa di biochimica in sistemi vegetali, viene nominato direttore della piattaforma tecnologica per la produzione di proteine al Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare (EMBL) di Heidelberg. Data la tradizione del centro nell’ambito della microscopia, accoppia all’interesse per la biotecnologia delle proteine quello per gli anticorpi ricombinanti e in particolare per quelli dei Camelidi. Si sposta quindi all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano (IFOM-IEO) dove dirige un’unità che si occupa dello sviluppo di biotecnologie relative alla produzione di anticorpi e proteine. Nel frattempo ottiene una posizione part-time all’Università di Nova Gorica. Prima di trasferirsi definitivamente in Slovenia passa ancora tre anni all’Institut Curie, a Parigi, dove è responsabile di un laboratorio dedicato allo sviluppo di anticorpi da usare in oncologia. Attualmente collabora con numerosi laboratori che si dedicano alla ricerca in ambito oncologico e cerca di sviluppare metodi diagnostici utili anche per altre applicazioni mediche.
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